Negli Stati Uniti si stava sviluppando un nuovo modo di vita, caratterizzato da una standardizzazione dei consumi, e questo accadde con la diffusione delle automobili e degli elettrodomestici. Facendo “fronte comune” con i propri partners commerciali, riuscì così ad attutire, anche se moderatamente, gli effetti della crisi, attraverso la riduzione dei dazi doganali all’interno del Commonwealth e la difesa dei prodotti inglesi sul mercato internazionale. i provvedimenti in materia doganale) si passò alla adozione di più radicali misure di controllo (dei cambi, dei prezzi, dei salari) e, infine, all’assunzione da parte dello Stato del ruolo di vero e proprio soggetto attivo dell’espansione economica. Nel 1936 l’economista inglese John Maynard Keynes pubblicò il libro Occupazione, interesse e moneta, nel quale confutava alcune proposizioni fondamentali della teoria classica, in particolare quelle secondo cui il mercato tenderebbe spontaneamente a produrre l’equilibrio fra domanda e offerta ed a raggiungere la piena occupazione delle unità di lavoro disponibili. L’America per ridurre questa crisi adottò una politica di protezionismo, e terminò di erogare crediti all’estero. I cittadini americani non erano in grado di consumare i prodotti in eccesso che si accumulavano e non venivano venduti, i prezzi diminuivano e numerose fabbriche furono costrette a chiudere,tutti vollero vendere le azioni, una corsa alle vendite fece scendere il valore dei titoli così il 24 ottobre 1929 (giovedì nero) la borsa di Wall Street crollò; seguì così la chiusura di molte fabbriche. Si creò così un legame di interdipendenza, dovuto al fatto che gli Stati Uniti con la loro espansione finanziavano la ripresa europea e questa a sua volta con le sue importazioni alimentava lo sviluppo dell’industria statunitense. Ciò avvenne in forme diverse da paese a paese: in alcuni casi, come quello degli Stati Uniti, si agì soprattutto attraverso il potenziamento della domanda interna mediante l’espansione della spesa pubblica; in altri, come in Italia, si giunse all’assunzione diretta da parte dello Stato di imprese industriali in difficoltà; altrove, in Gran Bretagna e nei paesi scandinavi, si puntò sull’elaborazione di programmi di sviluppo che si proponevano di orientare, tramite il credito o la manovra fiscale, l’attività economica verso obiettivi fissati dal potere politico. Tutto ciò portò ad una crisi di sovrapproduzione. In politica interna il governo si manifestò con la repressione e un rigido controllo, venne stabilito il proibizionismo, che proibiva la vendita di alcolici; il proibizionismo ebbe una motivazione economica, cioè se gli operai abusavano di alcool rendevano meno al lavoro, ma non solo non ottenne gli effetti desiderati ma provocò un commercio illegale di alcolici che sfociò in una guerra tra mafia e forze dell’ordine.Gli anni ’20 fra boom economico e cambiamenti sociali. La grande depressione e l'elezione del 1932. In poco tempo i benefici effetti del New Deal si fecero sentire in tutto il Paese; la situazione economica cominciò a migliorare dalla fine del 1934. In Europa si sovrappose al declino delle attività produttive e commerciali, la crisi finanziaria che si manifestò dapprima in Austria e Germania, col collasso del sistema bancario. Quando, durante i primi giorni della crisi, la notizia riguardo un crollo del valore delle azioni cominciò a diffondersi, i clienti delle banche accorsero a ritirare i propri depositi, tanto che gli operatori non furono più in grado di restituire liquidità ai risparmiatori. La crisi del 1929, il New Deal negli Stati Uniti, la teoria di Keynes e le caratteristiche della crisi del '29 in Italia, Storia contemporanea — relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi Compromise seriamente gli equilibri internazionali, mettendo in moto una catena di eventi che avrebbero portato, nel giro di un decennio, ad un nuovo conflitto mondiale. Gli Stati Uniti ovviarono a questo problema esportando nel resto del mondo, e soprattutto in Europa. Si creò un giro d’affari che fra il ’25 e il ’26 determinò un boom economico.La crisi del ‘29. Il corso dei titoli a Wall Street raggiunse i livelli più alti nel settembre del 1929, poi ci furono alcune settimane d’incertezza, dove gli speculatori iniziavano a liquidare i propri pacchetti azionari per realizzare i guadagni ottenuti fino ad allora. La Borsa di Wall Street crollò (ottobre 1929), le fabbriche chiusero e le banche fallirono; la produzione industriale calò vertiginosamente, mentre crebbero disoccupazione e povertà. Questo intervento dello Stato in economia costituì un evento eccezionale. dell'informativa sulla privacy. | 3.4.1, © StudentVille 2006 - 2020 | T-Mediahouse – P. IVA 06933670967. Così si avvertì il bisogno di ampliare il mercato estero. In questo modo anche gli altri paesi furono costretti ad adottare le stesse misure degli Usa per difendere la propria bilancia commerciale.